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Le società miste nel codice degli appalti e nel TUSP

In tema di affidamento dei servizi la disciplina a cui fare riferimento è quella europea, in particolare quella contenuta nelle Direttive nn. 23 e 24 del 2014 in materia di appalti e concessioni, recepita nel D.Lgs. 50/2016 “Codice dei Contratti pubblici” e ripresa nel D.Lgs. 175/2016 “TU sulle società partecipate”.

di Andrea Niccolai (andrea.niccolai@tin.it)

Le modalità di organizzazione dei servizi pubblici possono essere ricondotte essenzialmente a tre tipologie di affidamento:

a) l’ “esternalizzazione a terzi” del servizio mediante procedure ad evidenza pubblica;

b) la “gara a doppio oggetto”, ovvero la costituzione di una società mista con gara finalizzata alla scelta del socio privato ed alla contestuale attribuzione allo stesso di specifici compiti operativi connessi alla gestione (c.d. “gara a doppio oggetto”);

c) “in house providing”.

E’ oramai pacifico che le tre possibili modalità di affidamento vanno considerate su un piano di parità.

Dal Referto sugli Organismi partecipati dagli enti territoriali riferito all’anno 2017 della Corte dei Conti emerge chiaramente che la modalità più seguita è quella dell’affidamento diretto: i casi registrati dalla Corte sono 14.002 su un totale di 14.941 rapporti tra ente ed organismo.

Le gare con impresa terza risultano essere 800 e gli affidamenti a società miste, con gara a doppio oggetto, sono limitati a 139 casi.

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