Comuni associati in Ente d’Ambito: il disaccordo ‘politico’ legittima il ‘contenzioso processuale’?

La riforma dei servizi pubblici locali a rete ha segnato un cambio di paradigma nell’ordinamento giuridico italiano.

Andrea Grazzini 25 Novembre 2025
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La riforma dei servizi pubblici locali a rete ha segnato un cambio di paradigma nell’ordinamento giuridico italiano. Il legislatore, spinto anche dagli impulsi europei, ha progressivamente abbandonato la gestione diretta e frammentata su base municipale in favore del modello degli Ambiti Territoriali Ottimali (ATO).

Gli Ambiti Territoriali Ottimali sono enti sovracomunali istituiti dalla legge per gestire i servizi pubblici locali a rete (come il ciclo dei rifiuti o il servizio idrico) su un’area geografica vasta, con l’obiettivo di superare la frammentazione delle gestioni municipali.

Per l’esercizio delle competenze e delle funzioni amministrative vengono costituiti apposti enti pubblici a carattere associativo e a partecipazione obbligatoria, ai quali viene conferito l’esercizio (non la titolarità) delle funzioni di gestione e organizzazione del servizio pubblico dell’ambito territoriale.

Solitamente l’Ente di gestione dell’ambito (c.d. EGATO) annovera tra i propri organi l’assemblea dei ‘soci’, cioè degli enti territoriali che vi partecipano. L’assemblea è competente per i principali atti d’indirizzo dell’Ente.

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