È venuto a mancare all’affetto dei suoi cari e di noi tutti Francesco Battini, magistrato della Corte dei conti che ha dedicato la sua vita al controllo.
Francesco Battini, magistrato della Corte dei conti, è stato dal 2000 presidente di sezione e succede a Francesco Staderini, diventato Presidente della Corte dei conti, come presidente della Sezione di controllo per la Toscana nel 2005. A Francesco Staderini, per altro, rimane sempre legatissimo, ed è sempre stato, durante la sua Presidenza, consigliere molto ascoltato, insieme ad Aldo Carosi e pochi altri.
E’ stato a lungo capo di gabinetto e capo dell’ufficio legislativo di diversi ministri, tra cui del ministro per la Funzione pubblica Sabino Cassese.
Per quanto mi riguarda ho avuto l’onore di conoscerlo e di apprezzarlo proprio negli anni della sua presidenza Toscana ed in ragione del sodalizio con Staderini.
Sue molte posizioni innovative sul fenomeno delle società partecipate dagli enti locali, che divenne centrale anche nella legislazione proprio nella seconda metà del primo decennio del nuovo secolo. E pregevole, in particolare, il suo contributo, molto radicale, sul controllo collaborativo della Corte dei conti in sede di controllo (ricordo la frase che era solito ripetere, col il suo gusto per l’iperbole: “da magistrato del controllo, se trovo un omicida in un comune lo denuncio, ma se si tratta di un fatto amministrativo, no”) di cui Francesco Staderini, con la sua capacità di sintesi delle diverse voci in materia, tenne comunque gran conto.
Dei temi del controllo, del resto, fu anche un anticipatore. Ricordo ancora la relazione “Il nuovo assetto del sistema dei controlli pubblici”, presentata nel 2004 durante il 50° Convegno di studi amministrativi a Varenna, in cui analizzava, appunto, l’evoluzione dei controlli nella pubblica amministrazione italiana. Come mi tornano alla memoria i suoi sempre acuti interventi in materia di pubblica amministrazione, presso la Fondazione Astrid, in cui si trovò spesso in posizione dialettica con grandi pensatori quali Franco Bassanini e Giuliano Amato.
Un saluto, Francesco, con affetto e gratitudine.
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