Prime riflessioni sul rapporto tra il codice della crisi di impresa e le società a partecipazione pubblica, alla luce dell’intervento del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili

La prospettiva disegnata dal codice della crisi di impresa

di Ilenia Imola

Dopo anni di dibattiti sulla materia è stato adottato il codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, contenuto nel d.lgs. 12 gennaio 2019, n. 14. La norma ha operato il riordino del Regio Decreto 19 marzo 1942, n. 267 e della legge 27 gennaio 2012, n. 3, dando coesione ad un sistema sorto in un determinato ambito sociale e imprenditoriale, che ha tentato di adeguarsi ai mutamenti e alle diverse esigenze emerse nel tempo perdendo, tuttavia, una propria organicità complessiva, e generando forti incertezze interpretative e applicative.

Il testo va a consolidare un’impostazione già presente nell’ordinamento italiano, e nei principali ordinamenti europei di civil law, volta a non considerare necessariamente negativo uno stato di difficoltà economico-finanziaria, poiché esso può insorgere in condizioni non prettamente legate ad un’erronea conduzione dell’attività o ad un comportamento illecito del soggetto coinvolto.

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