La Corte dei Conti aveva infatti ritenuto che Trambus fosse una società in house providing, in quanto era interamente del Comune di Roma, stava gestendo il servizio di trasporto pubblico locale del Comune in regime di concessione esclusiva e nella forma del contratto di servizio e che la previsione statutaria di una apertura del pacchetto azionario ai privati non aveva avuto alcun seguito, in quanto il capitale era rimasto sempre tutto pubblico.
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